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Le scienze mediche sono molto più vicine alle scienze umane e sociali che alle scienze naturali e all'intelligenza artificiale.
Certo, la medicina si avvale del metodo sperimentale e del metodo scientifico e alcune discipline sulle quali è fondata sono basate sulle leggi della fisica e della chimica, ed anche vero che essa fa uso della statistica e della matematica, così come è altrettanto vero che si appoggia alle soluzioni ingegneristiche e tecnologiche, tutto vero. Ma la sua storia e il suo metodo scientifico la collocano nell'ambito delle scienze umane e sociali, le scienze che sono definite "qualitative".
La medicina, infatti, si è sviluppata nel corso di secoli e si è strutturata come una raccolta non organica di scienze, discipline e sottodiscipline estremamente eterogenee per finalità, teorie, metodi, tecniche, strumenti e linguaggi, e si è sviluppata tramite una continua sovrapposizione di concetti e di conoscenze che si incrociano e si aggrovigliano, come in gigantesca matassa, e che hanno dato vita ad innumerevoli specialità e sottospecialità, tutte, a loro volta, dotate di teorie, metodi, tecniche e linguaggi propri e scarsamente traducibili per le altre, e tutto questo ha prodotto nei decenni un'enorme quantità di informazioni caotiche e contraddittorie che rendono la ricerca scientifica dispendiosa e poco affidabile, il trasferimento tecnologico un compito arduo, la cooperazione tra le professioni sanitarie difficile e le diagnosi e le cure alla popolazione poco soddisfacenti.
Inoltre, fatta eccezione per le scienze mediche che si fondano sulle tecniche di tipo epidemiologico e che fanno largo uso della matematica e della statistica - le quali però, è bene ricordarlo, si occupano della gestione della salute delle popolazioni e non della salute dei singoli esseri umani - la medicina si occupa di fenomeni aneddotici e anatomo-fisio-patologici che avvengono su una persona specifica, cioè su un “paziente” , e tutti i pazienti sono, in un certo senso, “unici” ed essi non possono, se non in pochi casi (ad esempio le vaccinazioni), essere gestiti con le regole che sono applicate alle popolazioni, ma, piuttosto, attraverso un processo di tipo interpretativo che associa i fenomeni osservati sui singoli pazienti con quelli osservati sulle popolazioni e che descrive e classifica le somiglianze e le differenze che intercorrono.
E sono proprio la descrizione e la classificazione a rendere la medicina simile alle scienze umane e sociali, come l'economia e la giurisprudenza, solo per citarne alcune, e questo è dovuto al fatto che le professioni basate su queste scienze gestiscono, principalmente, delle informazioni che non sono di tipo quantitativo, cioè su di esse non possono essere svolte delle operazioni matematiche come misurazioni e calcoli, come avviene per le professioni basate sulle scienze naturali come la chimica o l'ingegneria, ma, al contrario, esse gestiscono informazioni di tipo qualitativo, vale a dire delle informazioni che non sono espressi in forma numerica ma in forma descrittiva e classificatoria e sono elaborate tramite delle operazioni concettuali tipiche delle scienze umane come la critica, l'analisi e l'interpretazione.
La medicina possiede, insomma, tutta la complessità dei fenomeni umani e sociali e, come tale, va gestita con gli strumenti tipici delle scienze qualitative e non con gli strumenti delle scienze quantitative. Molto si è cercato di fare per superare gli ostacoli che impediscono ad essa di progredire in maniera più efficiente e più efficace: dalla creazione di gruppi ospedalieri multidisciplinari alla formazione di competenze universitarie trasversali, dalla digitalizzazione dei dati clinici all’introduzione delle intelligenze artificiali, ma poiché, come esposto in precedenza, le cause del problema sono da ricercare nella storia e nell'organizzazione della medicina, nessuna di queste soluzioni rappresenterà mai un rimedio adeguato.
E a quanto esposto in precedenza si aggiunge un altro importante aspetto che non è esclusivo delle professioni basate sulle scienze umane ma che, in ogni caso, rende la medicina una scienza e una professione che non può fare affidamento sulle misurazioni e sui calcoli: essa fa parte di quelle attività il cui esercizio comporta l'assunzione di responsabilità personali di tipo scientifico, etico, civile e penale, tutte responsabilità che nessun professionista affiderebbe ai calcoli e alle misurazioni.
Infatti, a differenza delle macchine e con sommo dispetto dei fondamentalisti delle scienze naturali e delle ingegnerie, gli esseri umani non contano e non misurano le cose importanti della loro vita e del loro contesto sociale, ma le classificano, le descrivono e le interpretano secondo canoni soggettivi e non oggettivi, e lasciano, invece, alla misurazione e al conteggio solo ciò che essi considerano di importanza secondaria, e questo perché il mondo degli esseri umani è fatto di cose il cui valore principale non consiste nella loro quantità misurabile o calcolabile ma nelle interpretazioni e nel senso che essi, singolarmente o come collettività, danno a queste cose, (se così non fosse due monete d'oro varrebbero meno di due angurie) ed è su questo che essi rispondono individualmente di fronte alla collettività e, pertanto, qualsiasi strumento fatto per interagire con gli esseri umani deve abbandonare il mondo dei numeri e delle scienze naturali e fare uso degli strumenti forniti dalle scienze umane, più adatte a gestire concetti come interpretazione, significato e senso.
Un esempio ci aiuterà a comprendere meglio questo concetto: con le informazioni ricavate tramite il conteggio e la misurazione un imprenditore può indirizzare gli investimenti, un giudice può ordinare l’entità di un risarcimento, un medico può prescrivere la dose di un farmaco e un ingegnere può certificare il costo di un’opera. Ma con in mano soltanto conti e misure un imprenditore non licenzierebbe mai i collaboratori, un giudice non condannerebbe mai un imputato, un medico non indicherebbe mai un intervento chirurgico e un ingegnere non approverebbe mai un progetto ma, al contrario, tutte queste figure descriveranno e classificheranno i fenomeni che sono sotto la loro osservazione e, attraverso i procedimenti logico-concettuali di critica e di analisi, saranno guidati verso la formulazione di una o più interpretazioni di natura economica, giuridica, medica o ingegneristica, e saranno queste interpretazioni che permetteranno ad essi di dare un senso a ciò che osservano e che li condurranno alla formulazione di un giudizio finale.
In buona sostanza, la maggioranza delle attività degli esseri umani, e sicuramente quelle alle quali essi danno maggiore importanza, e la medicina è senz'altro una di queste, sono di tipo qualitativo e non di tipo quantitativo e, di conseguenza, molte importanti professioni gestiscono informazioni di tipo qualitativo che interpretano e usano per prendere delle decisioni e per esprimere dei giudizi per i quali si assumono le responsabilità individuali etiche e legali, e per molte di queste professioni l'uso delle ingegnerie e delle intelligenze artificiali risulta a volte poco soddisfacente, a volte del tutto inutile, a volte poco gradito e a volte espressamente vietato, e in un tale contesto culturale e sociale le ingegnerie e le intelligenze artificiali, le quali sono fondate sulla matematica e sulla statistica e agiscono tramite il calcolo e la misurazione, avranno sempre un ruolo secondario e, per quanto esse si dimostrino e sempre più si dimostreranno realmente capaci di aiutare gli esseri umani nello svolgimento di compiti di tutti i tipi, anche di tipo intellettuale, esse non saranno mai in grado di sostituire gli esseri umani e questo perché il contesto culturale e sociale degli esseri umani è tale per cui, paradossalmente, le ingegnerie e le intelligenze artificiali avranno sempre torto, anche quando hanno ragione.
Possiamo così concludere questo breve testo dicendo che la medicina è fondata su delle conoscenze vaste ed eterogenee, gestisce principalmente delle informazioni che sono di tipo qualitativo, è basata sulle osservazioni e sulle interpretazioni soggettive, è un'attività che richiede la formulazione di diagnosi e la somministrazione di terapie su degli esseri umani ed è esercitata da professionisti che si assumono le responsabilità morali e legali delle loro azioni e tutte queste caratteristiche non la rendono e non la renderanno mai pienamente gestibile con gli strumenti dell'ingegneria e dell'intelligenza artificiale ma richiederanno sempre l'adozione di metodi e di tecniche di tipo qualitativo ad essa dedicati.
E sono queste caratteristiche che impediscono alla medicina di trarre beneficio dalle tecnologie costruite con i metodi e le tecniche dell'ingegneria e dell'intelligenza artificiale e che l'hanno portata ad essere percepita come incapace di contribuire al progresso tecnologico delle società e come un costo e un peso con il quale bisogna imparare a convivere.
La medicina è un fenomeno umano
Al netto degli incontestabili progressi e benefici che le nuove tecnologie continuano a portare alla medicina in generale e alla radiologia in particolare sotto forma di macchinari, di software o di sistemi di intelligenza artificiale, un punto rimane chiaro: queste tecnologie potranno certamente spingere le capacità dei professionisti della salute e dei medici radiologi oltre i limiti attuali della medicina e della diagnostica per immagini, potranno ridurre i loro carichi di lavoro, potranno eseguire al posto loro le operazioni più elementari, ripetitive e di basso valore intellettuale, potranno aiutarli a ridurre gli errori che, purtroppo, sono inevitabili negli esseri umani, ma non potranno mai sostituirli.
E questo per un motivo che si erge come un muro insormontabile: la medicina non è riducibile a una valutazione di parametri matematico-statistici e questo perché essa è un atto etico e scientifico, un atto che porta con se una responsabilità morale e legale e, soprattutto, è un atto umano.
Per meglio comprendere cosa si intende per “medicina come fatto umano” occorre chiarire, semplificando moltissimo, che la medicina umana è il modo in cui un essere umano valuta ciò che accade all’organismo dei propri simili, tramite l’acquisizione di informazioni ottenute usando le capacità sensoriali umane, oppure mediate da strumenti, e l’elaborazione di queste informazioni tramite il confronto tra le proprie conoscenze personali e le conoscenze mediche della propria epoca.
Ma umani sono e restano “i sensori” che il medico usa per visitare i propri simili, perché, anche quando si avvale di uno strumento o di una macchina, il medico usa comunque i propri occhi, le proprie orecchie e le proprie mani, e umano resta il suo elaboratore di informazioni, che è quell’insieme di ricordi, di esperienze, di sensazioni, di emozioni, di intuizioni, cose del cui funzionamento non sappiamo quasi nulla, ma che ci classificano come esseri umani e ci distinguono dalle macchine.
La medicina umana è fondata su un patto: è fatta da esseri umani che si assumono la responsabilità, etica e legale, di valutare la salute di altri esseri umani consenzienti tramite l’utilizzo di metodi e strumenti. In questo patto gli esseri umani sono esseri umani e le macchine sono macchine.
E fino a quando le cose resteranno così, fino a quando sarà affidata ad un essere umano la responsabilità di valutare la salute di un altro essere umano, le figure dei professionisti della salute in generale e dei medici radiologi in particolare, vale a dire, degli esseri umani addestrati a valutare la salute di altri esseri umani tramite l’interpretazione di parametri vitali attraverso i propri sensi oppure avvalendosi di strumenti, non potranno mai essere sostituite dall'intelligenza artificiale.
Si potrebbe rispondere dicendo che “un giorno saremo tutti visitati da dalle macchine e non più da dagli esseri umani”.
Ma quel giorno non è questo, quel giorno non sarà domani e quel giorno non sarà neppure dopodomani.
Qualsiasi strumento fatto per interagire con gli esseri umani, ad un livello che non sia quello di un assistente vocale o di un’assistente alla guida, deve abbandonare il mondo dei numeri ed abbracciare un mondo dove i numeri non esistono, deve lasciare il mondo delle scienze naturali ed entrare nel mondo delle scienze umanistiche e confrontarsi con concetti come “senso,” “significato, “interpretazione.”
Gli esseri umani si organizzano in modelli culturali che chiamano “società”, le quali si muovono sempre su un binario doppio e parallelo: contano e misurano ciò che per esse è meno importante, ma classificano e descrivono ciò che per esse è più importante.
Ma in SEMIOSICA conosciamo bene le caratteristiche e le esigenze particolari della medicina, sappiamo bene quali sono le differenze tra essa e le intelligenze artificiali e siamo consapevoli di quali sono gli ostacoli che le hanno finora impedito di offrire alla popolazione delle diagnosi e delle terapie più efficienti e più efficaci, e la nostra tecnologia di supporto alle decisioni mediche di tipo qualitativo ci permette di progettare e di costruire degli esami diagnostico-terapeutici innovativi che consentono ad essa di fare dei passi avanti verso il miglioramento della salute umana.